venerdì 30 dicembre 2016

Uno sguardo tra 2016 e 2017.

Siamo arrivati alla fine di un nuovo anno - finalmente, direi. Questo 2016 è stato intensissimo, pieno di cose, molto belle e molto brutte. Vederlo finire, devo essere sincera, è un sollievo vero e proprio. 
Molte persone, quando dico questo, mi guardano accigliate: "Ma come, Erica! Il 2016 è stato il tuo anno! Hai pubblicato un libro che è in tutte le librerie!" E se dovessi isolare l'anno solo a Contaminati sarei pienamente d'accordo con loro. Ma purtroppo non c'è stato il mio tanto amato thriller a farmi compagnia in questi lunghissimi dodici mesi, perciò sono arrivata agli sgoccioli veramente stanca. Soddisfatta, sì, certamente!, ma anche enormemente stanca.
Poiché ogni volta che ho tentato di fare una review di quest'anno mi sono bloccata, travolta dalle miliardi di cose che avrei voluto e potuto dire - e che avrebbero reso questo post più lungo dei Rotoloni Reggina -, ho deciso di seguire una traccia di dieci domande che ho trovato online e di rendervi partecipi del mio 2016recap.
Cercherò di non essere noiosa (ma non garantisco nulla!).

  1. Che cosa ho realizzato in questo ultimo anno? Quali sono stati i miei successi? Di cosa posso essere più orgoglioso?
    Questa è semplice. Ho realizzato Contaminati, che sognavo di vedere pubblicato dal primo momento in cui ho iniziato l'avventura con Sofia. E, oltre a ogni mia aspettativa, è un romanzo che si può trovare in tutte le librerie, che si può sfogliare. Ho visto persone a me sconosciute prenderlo in mano e osservarne la copertina, scorrerne la sinossi, a volte alzare un cipiglio vedendo le nostre giovani facce in copertina. Aver realizzato questo importantissimo sogno per me è di grande orgoglio, perché nonostante tutte le fatiche e i pianti che ci sono stati, l'emozione è indescrivibile e quando mi sono arrivati i primi commenti mi commuovevo sempre. Se c'è quindi una cosa per cui posso dire: "Brava, Erica" alla fine di questo tortuoso anno, è che non ho mai smesso di credere.
  2. Quali sono state le mie delusioni?Andiamo a ritroso, questa domanda mi spaventa. Recentemente ho compiuto gli anni e quel giorno ho realizzato in via definitiva di aver perso almeno due amicizie a cui tenevo moltissimo e che non avevo capito mi stessero scivolando via. Credo che non aver ricevuto il minimo segno da parte loro sia stato un brutto colpo al cuore.
    Mi ha deluso tutto ciò che è stato inerente all'università. I corsi seguiti, gli esami fatti, i ritardi, i libri, i programmi, i professori (con una piccola eccezione in questi ultimi due mesi): non sono stata per nulla soddisfatta né di ciò che ho trovato - che mi aspettavo essere di gran lunga migliore - né dei risultati che sono riuscita a conseguire. Ingoiando spesso dei voti che non sentivo di meritare, andando a fare esami di dubbia qualità, trovandomi impreparata su cose che... no, non so nemmeno io perché non le sapessi. C'è stato anche un brutto momento di crisi per questo. Ma ho stretto - e stringo - forte i denti.
    Mi ha deluso una storia, perché mi aspettavo qualcosa di diverso dalla persona che avevo accanto, e invece si è rivelata essere dopo mesi uno sconosciuto. Tuttavia, il mio cuore ha una corazza sempre tanto forte e per scalfirlo ci vuole ben altro.
    Mi ha deluso, infine, più di ogni altra cosa, il periodo dei primi mesi dell'anno. Mi sono delusa da sola, per essere stata incapace di reagire a qualcosa che non avrebbe dovuto farmi così male. Però sono anche molto contenta di essere riuscita ad andare avanti.
  3. Quali sono le tre lezioni maggiori che ho imparato? (Annotale in forma di istruzioni per il futuro)
    Ho trovato un'immagine recentemente che rappresentava molto la "lezione" di quest'anno e la metto qui.
    Diciamo che rappresenta il mio più grande insegnamento di quest'anno - non prendetela come una cosa triste, per favore, non è così - e che ho cercato di tenere stretto per evitare delusioni ulteriori mentre realizzavo un sogno.
    Poi le altre due lezioni, direi:
    - Nessuno che non sia tu può fermarti (anche se questa lezione me la porto avanti dal 2013, rimane l'Insegnamento di ogni anno);
    - La paura è una prigione, liberatene (ne "Gli umani" di Matt Haig si sostiene che la vergogna è una prigione; io credo che la mia sia molto di più la paura, il timore di ogni singolo passo della mia vita).
  4. In che modo ho limitato me stesso? Come posso fare per smettere di farlo? Come posso guardare a me stesso differentemente e in modo più positivo e produttivo?Ho limitato continuamente me stessa proprio a causa della mia paura e ho dovuto combattere continuamente contro i miei timori quest'anno. Avevo paura di chiedere qualsiasi cosa e spesso rinunciavo alle cose più semplici per non dover domandare. Solo ultimamente sto cominciando a sbloccare questa preoccupazione per ogni cosa e richiede un grande sforzo, anche se poi vedo che ne vale sempre la pena e chiarisce molte cose. Perciò per guardare me stessa in modo più positivo e per permettermi di guardare all'intero molto in modo più positivo devo sempre fare i conti con questa paura e avere la forza di superarla ogni giorno, passo dopo passo.
  5. Pensando ai diversi ruoli che interpreto nella mia vita, quali sono gli obiettivi più importanti che voglio realizzare nel prossimo anno inerenti a ogni ruolo?Allora, voglio scrivere e continuare a farlo. Ultimamente ho usato poco le parole e l'inchiostro, forse perché avevo bisogno di una pausa dopo certe situazioni, ma nel ruolo di "Autrice" voglio continuare a sporcarmi di inchiostro blu e a espiare tutto tramite le parole. Vorrei poter anche migliorare stilisticamente e non aver paura di lanciarmi nelle idee che mi vengono. Voglio affinarmi e perfezionarmi. Come si suol dire, il mio obiettivo è ad maiora.
    Sono anche un'Amica, o almeno spero di esserlo; in questo senso, vorrei essere più presente e sparire meno con le persone a cui tengo; allo stesso tempo però dovrò e vorrò imporre dei limiti per non essere di nuovo travolta da cose più grandi di me che non riesco a sostenere.
    Nel mio particolare ruolo familiare vorrei poter sotterrare la paura di sbagliare ed essere più spontanea; spesso mi irrigidisco senza motivo. Forse aprirmi di più potrebbe aiutarmi in tutti i miei piccoli errori.
  6. Come posso bilanciare in modo efficace e sostenibile lavoro e vita privata?Okay, mi avete beccata: io non sono capace di bilanciarmi tra lavoro e vita privata, you're right. Tendo sempre a fare un casino immenso, perciò poi non ho mai tempo per nulla, dormo poco, sono in arretrato con le cose da fare oppure mi dispiace perché non sono stata presente come volevo sulla sfera relazionale personale. Come potrò farlo in futuro? Rimane il mio più grande interrogativo, al momento; spero di essere capace di trovare una soluzione, perché al momento non ne vedo l'ombra. Ora come ora mi sto prendendo qualche giorno per pensare a come organizzare quello che verrà.
  7. Su quale ruolo della mia vita avrò voglia di concentrare la mia maggiore attenzione durante il prossimo anno?La mia voglia sarebbe quella di concentrarmi su un ruolo di Autrice e cercare di dare il massimo per questo mio grande sogno; in realtà credo però che sia più saggio che io mi concentri nel ruolo da Studentessa Universitaria (In Crisi), perché devo assolutamente mettermi nell'ordine delle idee di dare il massimo all'università, conseguire i risultati che devo ottenere e, infine, laurearmi. Pronta poi per una nuova avventura.
  8. Quali sono i valori e le qualità che desidero esprimere di più per il prossimo anno?
    Il prossimo anno lo voglio puntare sulla sicurezza delle mie capacità, sulla certezza dei miei sogni. Vorrei anche imparare a parlare: so di poterlo fare, so di poter essere un bravo oratore sugli argomenti che mi concernono ma spesso vengo bloccata dal timore di fare qualche gaffe o di mettermi contro a chi non ha idee come le mie. Vorrei superare questo limite che ho, perché penso che esprimere questa mia qualità mi darebbe più sicurezza in me stessa.
    Voglio essere sempre sincera e voglio cercare di dare una mano a chi me la chiede, magari senza aspettarmi nulla in cambio. E vorrei cercare un po' di libertà dalle mie stesse catene.
  9. Cosa mi entusiasma davvero e cosa sto cercando in termini di sviluppo personale?
    Mi entusiasma la scrittura: prima lo speravo, ora lo so benissimo. Non c'è altro che mi fa sentire realizzata, niente attraverso cui riesco ad esprimermi. Mi piacerebbe sviluppare questa mia realizzazione e questo mio entusiasmo intrecciandolo con un'altra passione, quella geopolitica, per potermi dedicare a un mondo che veramente amo e che mi regala soddisfazione e, soprattutto, mi suscita interesse.
  10. Quali sono le tre parole che vorrei mi descrivessero per il prossimo anno?
    Spensieratezza, impegno, soddisfazione.

sabato 17 dicembre 2016

Contaminati: un mese dopo.

Contaminati è uscito per Centauria Libri il 17 novembre, esattamente un mese fa.
Wow.
Non ci sono molte parole da dire, se non questa semplice e banale espressione: wow.
Ci sono emozioni che sono semplicemente da provare e non si descrivono: non si può, non hanno ancora inventato le parole, e nessuna metafora sarà abbastanza ardita per descrivere il tumulto che ho vissuto negli ultimi trenta giorni.
Ho aspettato questo momento da quando avevo otto anni: volevo vedere un mio libro in libreria, tra i volumi di altri autori, negli scaffali che avevano ospitato quei romanzi che tanto amo.
Ed è accaduto, esattamente trenta giorni fa.
Quel 17 novembre è stato strano: ero andata con un'amica, Sara, a vederlo. A vedere quel piccolo bimbo messo tra tante copertine, tra altri figli come lui. Esposto. Davanti a un mondo. 
Tremavo. Sara parlava di più e del meno, mi raccontava di aneddoti di vita che mi ero diligentemente persa nelle settimane precedenti, e ascoltavo forse pure maleducatamente distratta quelle cose, troppo preoccupata che qualcosa sarebbe andato storto.
La prima libreria dove andai fu quella "di fiducia", che sapevo aver ordinato il libro. Ma quando arrivai - poco dopo l'orario di apertura - era troppo presto: Contaminati era arrivato, ma ancora era riposto tra gli scatoloni di tutte le uscite del giorno. Ero un po' delusa. Ma alzai le spalle, e tentai di nuovo.
Fu solo alla terza libreria che finalmente trovai quel volume esposto e... niente, scoppiai in lacrime silenziose, davanti a quel sogno che diventava realtà. Non mi sembrava vero.
Lo potevo toccare, accarezzare, stringere. 
Chiunque lo poteva fare.
Qualcuno se lo sarebbe portato a casa, gli avrebbe dato una famiglia di libri con cui stare.
Qualcuno lo avrebbe sfogliato, senza sapere cosa aspettarsi - sicuramente qualcuno lo avrebbe riposto prima della fine.
Di certo non immaginavo che qualcuno se lo sarebbe anche letteralmente divorato - Vanessa, grazie e scusa per gli incubi! - che qualcuno se lo sarebbe riletto in brevissimo tempo - Andrea! - che altri avrebbero cominciato a citarne le frasi su facebook... che mi sarebbero arrivati audio di dieci minuti su riflessioni particolari.
Perciò questo mese è stato davvero intenso, assurdamente intenso.
Grazie a chiunque ne abbia comprata una copia. Avete avuto fiducia in me. Non me lo aspettavo, non così, non da tutte quelle persone. Alcuni mi hanno davvero sorpreso e mi sono commossa più di una volta a sentirvi parlare di quei personaggi in certi modi - Francesca, parlo ovviamente di te e del tuo nuovo amore per Rostov.

Ci sono tre persone in particolare che mi sento di ringraziare per questo mese. E sono sempre loro, sì, abituatevi alle nuove presenze della mia vita.
Chiara, per essere una persona così insicura ma piena di amore, per avermi ascoltata, per esserti fidata di me, per non aver richiuso il libro dopo aver scoperto dei poveri bambini. 
Leila, per aver amato l'aspetto psicologico tanto sudato di questo libro, per avermi incoraggiata, per pensarla sempre un po' come me, perché sei vicinissima e lo sei per davvero, al mio cuore.
Francesca, per aver passato serate fino a tarda notte a leggere, per aver capito chi è il vero "buono" del libro, per gli hashtag memorabili, per avermi coccolata nei momenti di sconforto.
Sono state i miei fari, loro, in questo mese. Vi voglio bene. E spero che saremo l'una accanto all'altra per lungo tempo.

Sono emozioni che non riesco nemmeno a descrivere, volevo fare questo post ma mi rendo conto che non ha moltissimo senso. Forse perché il turbine in cui sono capitata mi ha travolta in modo inaspettato e ora è impossibile anche per me darne una logica.
Ringrazio davvero tutti coloro che mi hanno scritto e continuano a farlo per dirmi cosa pensano di questo libro. Di questo figlio tanto sofferto e tanto amato, che sta riempiendo completamente tutto il mio cuore. E mi sta lasciando spazio per credere in un sogno che dà senso alla mia intera vita.

Grazie, trenta volte grazie.


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