lunedì 31 ottobre 2016

5 motivi per leggere Il Giardino di Penelope!

Quest'anno la casa editrice Centauria Libri ha dato avvio a una nuova collana, Talent, di cui fanno parte sei romanzi selezionati dalla piattaforma di EFP. Sono sei libri completamente diversi tra loro, che abbracciano i generi più disparati. Come molti di voi sanno, io sono una delle autrici che farà parte di questo progetto: il thriller scritto da me e da Sofia Guevara, Contaminati, vedrà le librerie il mese prossimo.
Aspettando quindi il nostro momento, ho deciso di dedicare ogni lunedì a raccontarvi qualcosa degli altri cinque romanzi. Darò quindi i CINQUE MOTIVI PER LEGGERE per ognuno di loro, andando in ordine di uscita!

Terza tappa di Talent è stato un romanzo molto particolare: è Il Giardino di Penelope di Elena Scigliuzzo, in cui un'editor appassionata e uno scrittore scorbutico vivono a stretto contatto in una bellissima villa di Roma, per dare avvio a un romanzo nuovo e sorprendente. (Qui la scheda del libro, con trama e dettagli.)
La capacità di Elena di descrivere l'ambiente esterno e il quasi lirismo con cui si attraversano i sentimenti dei personaggi attraverso le pagine danno avvio a un romance molto interiore, in cui i libri fanno da elemento portante per riconoscere le insicurezze dei personaggi e portarci in un lento disvelamento e cedimento emotivo.
Non siete ancora convinti di volerlo leggere? Vediamo allora di riassumere in cinque punti perché questo Talent deve essere accolto tra i vostri scaffali.
Cinque motivi per leggere Il Giardino di Penelope
Grazie a Sofia Guevara che, invece di studiare, continua ad assecondarmi!

1. Per riscoprire la bellezza di Roma.
In tutto questo libro, a fare da sfondo c'è la Capitale. Roma fa da palcoscenico a molti libri, non ci sarebbe quindi da sorprendersi, ma leggere attraverso le parole di Elena di questa città fa risvegliare un amore nei suoi confronti che la maggior parte delle persone ha ormai sopito. Camminando attraverso le vie, incantandoci davanti a meravigliose opere d'arte, ammirando particolari e suggestivi panorami, l'autrice ci porta a ricreare una città piena di emozione, di sentimento, di atmosfera. Roma diventa un palco d'amore, d'arte, di storia. Quel palco che non si dovrebbe mai smettere di ammirare e che qui arriva dritto al cuore, attraverso descrizioni mirate, precise, metaforiche e indimenticabili per l'impatto emotivo che danno.

2. Perché le insicurezze crollano davanti all'amore.
La storia tra Sofia, una talentuosa editor, e Daniele, uno scrittore scorbutico, si alterna in un susseguirsi di dissincronie dovute alle loro insicurezze. Tendono a scappare da loro stessi, da ciò che dice il cuore, perché hanno paura forse di buttarsi all'interno di qualcosa che può diventare reale, così abituati a mascherarsi di fronte al mondo che incontrano ogni giorno. Ma l'intreccio delle loro vite li porta, inevitabilmente, a far crollare tutte quelle barriere e a mostrarsi finalmente per quello che loro sono: deboli, spaventati, feriti. Ma, in fondo, ancora in qualche modo innamorati della speranza.

3. Perché i libri costruiscono la vita dei personaggi.
Quante volte noi lettori diciamo che senza i libri la nostra vita non sarebbe la stessa, noi stessi non saremmo ciò che siamo diventati? Io lo dico sempre, e in questo libro i personaggi stessi non possono fare altrimenti. Le loro azioni, le loro stesse esistenze!, sono frutto delle loro letture e delle loro scritture. Attraverso tutto il romanzo noi conosciamo i personaggi per come si relazionano con i libri. Sofia vede la sua vita ruotare attorno ad essi: sono la sua forza, il suo lavoro, la sua debolezza. Le insegnano a camminare e sono la sua certezza. Attorno a lei, spesso, il mondo svanisce. Ma tra le pagine di un libro riesce a ritrovarsi. E anche noi, leggendo di lei, scaviamo attraverso il rapporto che abbiamo con i romanzi che ci hanno, in qualche modo, segnato. Portandoci a desiderare di continuare a leggere, ancora e ancora, libri su libri: quei compagni che non ci abbandonano mai.

4. Perché il vero amore è un gioco di attese
La storia è famosissima: Ulisse è in viaggio e Penelope lo attende a casa, intenta a tessere una tela, sempre fedele nonostante i molti pretendenti che arrivano ogni giorno. Ma Penelope, qui, non è a casa. Non fila, non aspetta: fugge. Penelope fugge, Ulisse fugge. E quando uno torna, l'altra è scappata - e viceversa. 
Il Giardino di Penelope insegna che quando si ama davvero non è una persona ad aspettare l'altra, ma entrambe devono essere disposti a questo gioco di attese, dove alla fine se si sarà abbastanza forti si riuscirà a ricucire la distanza che separa i due innamorati. Qui Sofia aspetta Daniele, ma è molto più Daniele ad aspettare Sofia durante tutto il romanzo. E, alla fine, quest'attesa a cui ognuno è condannato quando è innamorato ripaga tutta la frustrazione che si vive nel mentre.

5. Per Roberto e Jama!
Come si può non citarli? Tra le vicende di Daniele e Sofia ci sono questi altri due personaggi che ti fanno spuntare gli occhi a cuoricino dal primo momento in cui compaiono nella scena. E ti fanno sognare. E generano tanto tanto fangirling, lo giuro!


 Ancora non lo avete ordinato? Ancora non siete corsi in libreria? Cosa aspettate?
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lunedì 24 ottobre 2016

5 motivi per leggere Insomnia!

Quest'anno la casa editrice Centauria Libri ha dato avvio a una nuova collana, Talent, di cui fanno parte sei romanzi selezionati dalla piattaforma di EFP. Sono sei libri completamente diversi tra loro, che abbracciano i generi più disparati. Come molti di voi sanno, io sono una delle autrici che farà parte di questo progetto: il thriller scritto da me e da Sofia Guevara, Contaminati, vedrà le librerie il mese prossimo.
Aspettando quindi il nostro momento, ho deciso di dedicare ogni lunedì a raccontarvi qualcosa degli altri cinque romanzi. Darò quindi i CINQUE MOTIVI PER LEGGERE per ognuno di loro, andando in ordine di uscita!
 
Il secondo Talent del 2016 è stato Insomnia, di Ludovica Cicala: un distopico che vi lascerà senza dubbio con il fiato in sospeso durante tutte le sue 512 pagine! (Qui trovate la sinossi e la scheda del libro.)
Protagonisti di questo romanzo sono gli EVO: un nuovo stadio di evoluzione umana. Sono bellissimi, geneticamente perfetti, con capacità soprannaturali che si compensano con disturbi psichici più o meno gravi a seconda del loro potere... e uccidono.
Non siete ancora convinti di volerlo leggere? Vediamo allora insieme quali sono i cinque motivi per cui la ritengo una lettura imperdibile!
 
Cinque motivi per leggere Insomnia
 
Grazie a Sofia Guevara che, come sempre, si dimostra gentilissima ad acconsentire alle mie richieste per i banner!
 1. Perché insegna a essere diversi.
 Melissa, la protagonista, ha sempre odiato gli EVO, come qualsiasi ragazzo della sua età. Il giorno in cui, quindi, scopre di essere uno di loro, cerca di nasconderlo e rifiutarlo il più possibile, comportandosi come una ragazza normale, come la società vorrebbe che lei fosse. Ma non può esserlo.
Lungo tutto questo romanzo di formazione, la prima cosa che il lettore impara è l'importanza e la necessità di essere diversi. Di esserlo fino in fondo e di non aver paura di esserlo. La diversità di Melissa viene accettata da chi è come lei e, piano piano, anche lei stessa imparerà a non essere spaventata dalle sue capacità e che la sua diversità non è un male. Più che imparare a essere diversi, potremmo quasi dire che Insomnia insegna ad essere. Se stessi.
 
2. Perché dà importanza ai propri demoni. 
Una figura importante nella storia è quella di Byron J. King, il più potente EVO del mondo, che si affiancherà a Melissa e alla sua banda degli Over-Eight in questa singolare e avvincente storia. Non ho trovato Byron importante per la storia d'amore o per i sentimenti che suscita, ma per una semplice battuta che credo dovremmo tutti tenere nel cuore, specialmente quando si ha paura di se stessi. E non serve commentarlo, basta citarlo direttamente: 
È sempre difficile liberarsi dei propri demoni; ti sono vicini nei momenti in cui non c'è nessun altro. 

3. Perché è importante conoscere ciò che fa paura.
Gli EVO vengono rinchiusi nelle Krakenhaus, delle strutture speciali dove vengono fatti degli esperimenti su di loro e si cerca in qualche modo di controllarli: la società ne ha paura, pensa che siano pericolosi, li rifiuta e spera di potersene in qualche modo "liberare". Ecco, ciò che si capisce all'interno di questo libro è che se anziché rifiutare ciò che ci fa paura lo provassimo a conoscere, ad avvicinare, forse potremmo capire che non tutto è come sembra. Che il pericolo è ben altro, che non tutto ciò che non riusciamo a comprendere, a controllare, a eguagliare è spaventoso o merita di essere allontanato. Forse solo avvicinarci un po' di più a certe realtà potrebbe aprire dinamiche più interessanti e farci capire che la diversità è un dono e che la coesistenza può benissimo funzionare, senza per forza perseguitare o discriminare l'altro. In Insomnia gli EVO sono pericolosi perché il mondo dice che lo sono, ma conoscendoli scopriamo che la verità è ben altra.

4. Perché a volte serve il sacrificio.
Non faccio spoiler, ovviamente, ma bisogna dire che c'è una scena che strappa il cuore all'interno del romanzo. Un personaggio compie un gesto d'amore estremo, di cui tu, lettore, capisci benissimo l'importanza ma, allo stesso tempo, vorresti che non fosse necessario andassero così le cose. Ti piacerebbe poter trovare un'alternativa a quel sacrificio, ma non c'è; perciò prosegui la lettura con un nodo alla gola che ti rimane fino alle ultimissime pagine di romanzo. Si tratta secondo me della scena più intensa, più importante, più amabile dell'intera storia. Ti lascia dentro quel vuoto immenso che ti sembra nient'altro potrà placare all'interno della lettura: e poi ti chiedi se ami anche tu abbastanza, e infine capisci che il sacrificio è qualcosa di incommensurabile e che va al di là di qualsiasi spiegazione amorosa che tu potresti dare. Un gesto che vale molto più di mille parole.

5. Perché i Pellicani Rosa sono VIP!
Non sono impazzita, avete letto bene! VIP veri e propri, eh, mica scherzo! Cose che ti rimangono impresse.
Non sapete perché i Pellicani Rosa sono VIP? Beh, non vi resta che leggere il romanzo, non è l'unica cosa che vi rimarrà in mente, ve lo garantisco!
Allora? State andando a comprare la vostra copia? Correte! 

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lunedì 17 ottobre 2016

5 motivi per leggere Lezioni di Seduzione!

Quest'anno la casa editrice Centauria Libri ha dato avvio a una nuova collana, Talent, di cui fanno parte sei romanzi selezionati dalla piattaforma di EFP. Sono sei libri completamente diversi tra loro, che abbracciano i generi più disparati. Come molti di voi sanno, io sono una delle autrici che farà parte di questo progetto: il thriller scritto da me e da Sofia Guevara, Contaminati, vedrà le librerie il mese prossimo.
Aspettando quindi il nostro momento, ho deciso di dedicare ogni lunedì a raccontarvi qualcosa degli altri cinque romanzi. Darò quindi i CINQUE MOTIVI PER LEGGERE per ognuno di loro, andando in ordine di uscita!


Ad aprire la collana c'è stato l'unico, inimitabile, sorprendente Lezioni di seduzione, di Chiara Venturelli (qui la scheda del libro, con trama e dettagli).
Lezioni di seduzione è un romance, è stato il cavallo di battaglia di Centauria, ha spopolato sul web, nelle librerie, tra le radio... ha avuto un successo meritatissimo. La nostra Chiara è riuscita infatti a portare in questo romanzo un amore travolgente e appassionante, pieno di equivoci e di topoi del romanzo rosa che non possono fare a meno di far sorridere un qualsiasi lettore. Ma la cosa più bella, che raramente si trova nei romance d'oggi, è che l'amore si genera senza drammi, ma tramite tanti sorrisi.
Non siete ancora convinti di volerlo leggere? Sono qui proprio per spiegarvi perché, invece, è una lettura imperdibile.


Cinque motivi per leggere Lezioni di Seduzione

Ringrazio Sofia Guevara per la pazienza che ha nel farmi queste immagini!



1. Perché non ha né luogotempo.
Come le grandi storie d'amore richiedono, Chiara traccia l'amore tra Liz e Jack in uno spazio e in un tempo indefinito. La mancanza di riferimenti e descrizioni può lasciare a primo acchito spaesati, ma in tal modo si arriva a delineare un sentimento che non si può né controllare né misurare. Le scene si susseguono veloci. Chi non si è mai soffermato a ricordare i momenti più importanti trascorsi con il proprio amore, uno dopo l'altro? È quello che accade in questo romanzo, e la mancanza di dettagli ti travolge lasciandoti la serenità e il sorriso che solo una storia intensa ti può dare: l'importante non è chi, non è come, non è dove, non è quando, ma è l'amore stesso. Il sentimento che avvolge ogni pagina e che ti scalda inevitabilmente il cuore: ecco il centro di tutto, su cui si focalizza l'attenzione.

2. Perché l'amore è togliere la maschera.
La storia tra Jack e Liz si svolge su un palco, tra un atto e un altro di una commedia che devono recitare, dal titolo Lezioni di seduzione. Spesso tra le pagine nasce l'equivoco di non sapere quando i due ragazzi stanno recitando, impersonando William e Catherine, e quando invece sono loro stessi. Quante volte, d'altronde, per conquistare qualcuno, non riusciamo a essere noi stessi e ci ritroviamo a recitare un ruolo che riteniamo migliore di noi? Sempre, inutile negarlo. Tentiamo di sembrare qualcuno più seducente, più attraente, più. Per questo anche tra Jack e Liz nascono gli equivoci tipici di chi in amore si atteggia come un attore: il palcoscenico è l'amore, e l'insegnamento più grande che questo libro dà è che quando si ama non si devono mettere maschere. Ma toglierle.

3. Perché Liz insegna a superare i propri limiti.
Il professore pazzo che segue il corso di teatro assegna il ruolo della protagonista, la seducente e maliziosa Catherine, a Liz, la peggiore del corso. La ragazza timida che è capitata all'interno di quel corso per sbaglio, aveva solo bisogno di crediti, e di certo non poteva aspettarsi di venire scelta nel ruolo principale - accarezzava l'idea di un personaggio secondario, imparare un paio di battute e basta. E invece le si riversa addosso l'impegno di dover superare la propria timidezza per cercare di creare quell'alchimia tanto cara al professore. Sembra davvero impossibile per lei vestire i panni del suo personaggio, ma nel romanzo noi impariamo, assieme a Liz, che possiamo farcela. Che nessuno ha deciso per noi quali sono i nostri limiti e perciò abbiamo la possibilità di metterci in gioco e fare di tutto per superarli. Liz non diventa un'attrice professionista, non le interessa farlo, ma riesce a superare quel blocco che la vorrebbe far scappare via durante le prime prove. Dimostrandoci che, con l'impegno, la perseveranza e, perché no?, con l'amore!, possiamo affrontare tutto. E che chi la dura la vince.

4. Perché Jack è disposto a tutto per un sogno.
L'altro protagonista del romanzo, invece, desidera ardentemente poter fare l'attore. Anzi: è il sogno di tutta una vita, recitare, e vede questa rappresentazione come un trampolino di lancio per poter inseguire la sua aspirazione. Non ha sostegno da parte della sua famiglia, che lo vorrebbe vedere indossare le vesti di un grande avvocato, ma ha il talento e ne è consapevole. Per questo è disposto ad andare contro a tutto e a tutti e ad accettare l'idea che, se vuole davvero recitare, deve fare tutto da solo, non può contare sull'appoggio esterno. Così si cerca un lavoro che, sebbene non sia esattamente ideale, gli permetta di vivere in un posto un po' arrangiato e di proseguire per la sua strada. Nonostante sarebbe più semplice abbandonare la via e cercare una strada meno tortuosa, Jack continua a crederci fino in fondo e non getta mai la spugna. Insegnandoci, anche lui, che chi la dura la vince.

5. Per Miguel il Cactus!
Ovviamente non si può non citare Miguel, il cactus di Rick. Non fa che una comparsa all'interno del romanzo, ma vi giuro che vi ruberà il cuore e molte risate. E che non potrete mai più guardare un cactus allo stesso modo.



Che cosa aspettate, quindi? Correte in libreria a ordinare la vostra copia di Lezioni di Seduzione, oppure ordinatela su internet! Non ve ne pentiete.

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sabato 8 ottobre 2016

Monologo.

L'8 ottobre di sette anni fa ricevevo la notizia che avrebbe portato alla stampa del mio primo libro. Iniziò tutto allora, oggi non mi sembra vero di essere qui.

La passione per la scrittura è una specie di mostro. Un virus che ti contagia inguaribilmente, quando ne sei affetto è come se nient'altro importasse più, non allo stesso modo. O almeno, questo è sempre stato per me, sin da quando ero bambina.
Avevo otto anni e volevo fare la scrittrice. Qualcuno sorrideva alle mie parole ingenue, come se fossero desideri infantili destinati a non avverarsi mai - ed erano dolci, per questo. Ma io ne ero convinta.
Quando ho compiuto quattordici anni e ho continuato a dire che volevo diventare una scrittrice, le persone hanno smesso di sorridere. I loro occhi sembravano dire, a quel punto: «Oddio, è malata!» e io in un certo senso mi sentivo proprio così. Circondata da persone che volevano fare gli avvocati, i dottori, gli ingegneri, gli architetti... ma io volevo scrivere. Io volevo le parole, al centro della mia vita.
Una passione come altre, mi ripetevo, eppure c'era sempre chi mi riportava con i piedi per terra, spronandomi a inseguire altre vie, più sicure, più redditizie, più. Non sentendomi compresa, cominciai a scrivere in gran segreto. Come se fosse un peccato, sprecare tutto quell'inchiostro blu su così tanti fogli di carta. Ma ci credevo davvero e non ero abbastanza ambientalista per smettere di sognare.
Cercarono continuamente di farmi desistere, smontando i miei progetti mattone dopo mattone, accusandomi di "perdere tempo" dietro ai libri e a tutte quelle parole, criticando i miei elaborati per farmi credere che non ne valesse la pena. E più di una volta tentai di allontanarmi dalla scrittura per essere come tutti gli altri, per essere come mi volevano. Ma alla fine soffrivo e ritornavo inevitabilmente a farmi coccolare da quel bellissimo e spaventoso mostro. 
Sempre più nascosta.
Col passare degli anni facevo leggere alcune mie storie solo a un'amica; il resto lo tenevo per me. Qualcosa pubblicavo online, dove avevo scoperto un mondo in cui non ero da biasimare per il mio sogno, e qualcuno addirittura credeva ciecamente in me e nel mio talento. E ora grazie a questo mio nascondermi sul web sto realizzando nuovamente qualcosa di importante.
Solo per sognare era un traguardo immenso: ero poco più che bambina e il mio nome in copertina era l'emozione più grande che avessi mai provato. Non fui sostenuta molto, ma era l'inizio. Poi Fragmenta cordis, pubblicazione vinta quasi per caso, e infine l'anno scorso Destiny, un progetto in cui avevo riversato anni di fantasie e studi filosofici, che è stato accolto con grande entusiasmo.
Ora sta per arrivare il turno di Contaminati. Qualcosa di diverso. Un genere su cui volevo cimentarmi da sempre, ma non credevo di esserne capace. Sofia, la mia co-autrice, fu entusiasta di collaborare con me; ci completavamo a vicenda, ci compensavamo. Scritto quasi per scherzo, uscì qualcosa di unico, ed ero molto fiera del lavoro fatto. Sognavo di vederlo in libreria da anni. E sta per capitare per davvero.
Per la prima volta potrò vedere un mio romanzo in libreria. Un volume con il mio nome tra gli scaffali. Il lavoro di una vita, tra poco più di un mese, sarà lì a guardarmi, ad aspettarmi.
Ho sacrificato tanto per la scrittura, da sempre. Sicuramente almeno due relazioni, qualche amicizia, studio, tempo, affetto, sonno. Ho bruciato tutto ciò che ritenevo fosse sacrificabile, perché ero felice, scrivendo. L'ho fatto volentieri, anche se spesso mi chiedevo se ne valesse realmente la pena. Era davvero necessario preferire la scrittura alle amiche, al ragazzo, alla famiglia, al tempo libero? Era davvero necessario togliere il sonno, lo studio, gli svaghi?
La risposta è sempre stata sì. Nonostante tutte le sofferenze, i tentennamenti, la paura, la rabbia, la disillusione, è sempre . Non mi sento viva in nessun altro modo. Non mi importa il riconoscimento, né la vita al di fuori: il centro della mia vita sono ancora le parole. Tracciate con l'immancabile inchiostro blu.
Credo ancora di poter rinunciare a qualsiasi cosa, se posso scrivere.
Sono quattordici anni che inseguo questo sogno e me lo voglio tenere stretto. Ci ho messo un po' a capirlo, ma finalmente so che nessuno che non sia io può fermarmi.
E io non ho intenzione di farlo: io voglio essere felice.